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TRAMA

 Gianni, giovane imprenditore di non-successo, decide di trasformare la sua agenzia viaggi in un’agenzia di pompe funebri, coadiuvato dallo zio falegname che realizza le bare e dalla zia sarta che si occupa dei rivestimenti. Nonostante l’auspicata benedizione del parroco di paese non riesca ad arrivare mai, gli affari sembrano andare bene. Gli avventori dell’agenzia “all inclusive”, però, si dimostrano da subito alquanto bizzarri: una vedova vuole il funerale del marito “scomparso”; uno yuppie cerca di mandare l’odiata moglie in un viaggio “lontano”; degli improbabili mafiosi escogitano un piano a base di loculi per i loro loschi affari. Per ognuno di loro le bare fatte in casa non tardano ad arrivare; ma non tutti i clienti hanno capito realmente di che agenzia si tratti. Una serie di equivoci, morti apparenti, scambi di bare e di persone rendono la vicenda sempre più intricata ed esilarante, fino agli ultimi, inattesi, colpi di scena.

 

NOTE DI REGIA

 

Mettere in scena un testo inedito è già, di per sé, un viaggio di sola andata. L’approdo è sconosciuto, così come le strade per arrivarci. Una volta giunti a destinazione, il dado è tratto; difficile tornare indietro. Le scelte registiche non sono mai ispirate ad interpretazioni o allestimenti già esistenti; libere, dunque, ma allo stesso tempo più delicate: è un po’ come modellare della creta grezza la cui forma finale, alla fine del lavoro, pur imperfetta che sia non potrà essere modificata. A ciò si aggiunga la peculiarità dei temi, non esattamente giulivi, di “Viaggi di sola andata”: morti reali o apparenti, veglie funebri, tradimenti e presunti omicidi. Il tutto inserito in una cornice di bare, loculi e pompe funebri.

 

La metafora del viaggio, classica della letteratura e del teatro, si veste in questa pièce di un sapore nuovo: quello della crisi, che spinge a cercare nuove forme di “impresa” e a mutare la logica del viaggio come vacanza, svago e mete esotiche, in quella dell’ultimo viaggio, verso una meta, questa sì, davvero sconosciuta. E se l’agenzia viaggi rimanda all’idea dell’evasione e del lato piacevole della vita, l’agenzia di pompe funebri in cui essa viene trasformata richiama l’idea diametralmente opposta del lutto e della morte. Può essere quest’ultima più divertente della prima? Difficile crederlo. Ma la magia del teatro e il trucco della comicità possono stravolgere la realtà e rendere tutto possibile. Così, la teoria di fraintendimenti, equivoci e false apparenze che si sviluppa progressivamente in “Viaggi di sola andata” rende esilarante un’atmosfera dove ogni elemento sembra stuzzicare le paure, le scaramanzie e le angosce più diffuse tra gli esseri umani dalla notte dei tempi. Si riesce a riderne, anche tanto, grazie all’ironia e al surreale che sottendono al testo sin dalle primissime battute, ma anche grazie ad una caratterizzazione dei personaggi che ironizza sugli stereotipi del giovane imprenditore sempre a corto di soldi, dello yuppie fedifrago, del malvivente maldestro o della vecchina in perenne lutto, e così via.

 

Le musiche in “Viaggi di sola andata” ricordano un modo di celebrare il lutto forse estraneo alla cultura europea ma diffuso in molte comunità americane, fatto di musica e festeggiamenti. La scenografia, essenziale, punta tutto sul significato e l’efficacia testuale dei singoli oggetti, quasi tutti realizzati a mano da membri o affini della compagnia stessa. Tra tutti, le bare la fanno da padrone, con il senso di peso e di angoscia che inevitabilmente portano con sé. Esse stesse diventano personaggi che entrano ed escono di scena. Anch’esse, irresistibilmente comiche.

                                                                                                                                                                                           Lupus in Fabula


Personaggi ed interpreti:

 

Gianni

(titolare dell’Agenzia)

Paolino Severino

 

Fulvio

(cliente)

Piero Corona

Mario

(zio di Gianni)

Andrea Zilioli

 

Marta

(moglie di Fulvio)

Antonella Marfella

Elvira

(zia di Gianni)

Nicoletta Pierotti

 

Clelia

(cliente)

Lucrezia Zoja

Don Geronzio

(parroco)

Massimo Casales

 

Poliziotto

(poliziotto)

Guido Marcheselli

Ida

(amica di Elvira)

Michela Betti

 

Calogero

(morto)

Antonio Giordano

Santuzzo

(mafioso)

Fabio Ingrao

 

Rosetta Luce

(amante di Fulvio)

Lucrezia Zoja

Pasquale

(mafioso)

Alfredo Biondolillo

 

Belardo

 (marito di Ida)

Carmine Barbato

 

 

 

 

 

 

 

Tecnico audio Daniela Paini

 

Tecnico luci Alessandro Galassi

 

 

 

 

Testo:             ANDREA ZILIOLI

 

Una Produzione Dei:     LUPUS IN FABULA

 

www.lupusinfabulateatro.it

 





























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